La presenza di minori in una famiglia può influenzare la procedura di sfratto, portando a eccezioni e salvaguardie specifiche che impediscono l’esecuzione immediata del provvedimento.
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Indice dei contenuti
Si può fare uno sfratto con minorenni?
L’esecuzione di uno sfratto in presenza di minori richiede misure di protezione specifiche per assicurare il benessere dei bambini.
Anche se una famiglia non rispetta gli obblighi di locazione, come il pagamento dell’affitto, non può essere sfrattata senza che sia garantito un alloggio adeguato ai minori coinvolti.
Questo processo può inoltre essere rallentato dalla scarsità di soluzioni abitative pubbliche disponibili e richiedere il coinvolgimento dei servizi sociali.
In caso di difficoltà nel reperire un nuovo alloggio, i servizi sociali possono temporaneamente coprire l’affitto o, in situazioni estreme, il giudice tutelare può decidere il collocamento dei minori in strutture specializzate fino a che non si trovi una soluzione abitativa stabile per la famiglia.
Le agevolazioni previste dalla legge
Lo sfratto con minori è permesso, ma viene gestito con attenzione per proteggere il benessere dei bambini.
La legge offre misure di sostegno per famiglie in difficoltà economica, consentendo ai genitori morosi di estendere i termini di pagamento fino a 90 giorni dalla validazione del provvedimento di sfratto.
In situazioni di estrema difficoltà, come malattie gravi o disoccupazione, o in presenza di condizioni precarie, l’esecuzione può essere temporaneamente sospesa, fino a quattro volte in quattro anni, entro 120 giorni dalla validazione dello sfratto.
Il legislatore cerca di equilibrare i diritti del locatore con il benessere dei minori, assicurando che i bambini non subiscano le conseguenze delle difficoltà finanziarie dei genitori.
Nella valutazione dell’esecuzione dello sfratto, vengono considerati vari fattori, come le condizioni economiche delle parti e la durata del contratto.
I tempi per l’avvio dell’esecuzione variano, ma in generale:
- entro 60 giorni dall’udienza, per consentire al moroso di risolvere i pagamenti
- entro 6 mesi dalla validazione del provvedimento
- entro 12 mesi in casi eccezionali, come gravi problemi di salute.
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Sfratto esecutivo con minorenni e il ruolo dei servizi sociali
In situazioni di sfratto esecutivo con la presenza di minori, può rendersi necessario il coinvolgimento dei servizi sociali.
Ma in quali circostanze specifiche ciò avviene?
È essenziale che ai minori venga assicurato un alloggio adeguato, in quanto non possono essere lasciati senza una casa.
Pertanto, se non sono disponibili soluzioni abitative pubbliche e per prevenire ritardi eccessivi che potrebbero pregiudicare i diritti del proprietario di riavere disponibilità del proprio immobile, è necessario adottare misure alternative.
I servizi sociali possono temporaneamente coprire il canone di affitto, ma in scenari particolarmente critici potrebbe essere necessario separare temporaneamente i minori dai genitori, collocandoli in comunità protette, fino a quando non venga trovata una nuova soluzione abitativa per la famiglia.
Cos’è uno sfratto esecutivo?
Il termine sfratto indica la procedura legale attraverso la quale si può obbligare un inquilino moroso o che rimane nell’immobile oltre la scadenza del contratto a lasciare una proprietà residenziale o commerciale.
Questi casi sono generalmente classificati in due categorie:
- sfratto per morosità: riguarda inquilini che non pagano il canone di affitto.
- sfratto per finita locazione: riguarda inquilini che non lasciano l’immobile alla scadenza del contratto.
In entrambi i casi, il proprietario può avviare un’azione legale per far convalidare dal giudice lo sfratto dell’inquilino.
Durante l’udienza programmata, se l’inquilino non compare, il giudice emetterà una convalida immediata dello sfratto, stabilendo un termine per l’esecuzione.
Se l’inquilino compare, si procederà con un processo ordinario, che può richiedere tempi più lunghi a seconda delle prove da esaminare.
Dopo aver ottenuto la convalida, il proprietario deve notificare all’inquilino un atto di precetto, un avviso formale che richiede la liberazione volontaria dell’immobile entro 10 giorni.
In mancanza di adempimento, si procederà con l’esecuzione forzata, a volte con l’ausilio delle forze dell’ordine.
I passaggi chiave del processo includono:
- notifica dell’atto di citazione
- udienza, solitamente fissata a 20 giorni dalla notifica
- convalida dello sfratto entro 30 giorni se l’inquilino è assente
- avvio di un processo civile ordinario se l’inquilino compare
- notifica dell’atto di precetto che intima la liberazione dell’immobile entro 10 giorni.
Tutto ciò mira a garantire una rapida risoluzione e il recupero della proprietà da parte del locatore.
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